Dittico profondo: una intervista esclusiva all’artista Monica Samaria

10 Agosto 2022 Redazione A&S 3971

NELLA FOTO: INTERVISTA A MONICA SAMARIA.

Comprendere a pieno l'essenza dell'arte contemporanea è una ricerca particolarmente ardua, almeno per noi "spettatori" che assistiamo ai suoi mutevoli "cambi di pelle". Essa è un'entità complessa e contraddittoria che riesce a malapena a farsi riconoscere tra i suoi innumerevoli volti, spesso protesi verso il domani – anticipandolo – e altre volte rivolti all'indietro, verso il passato.

In questo contesto, l'artista maddalonese Monica Samaria si contraddistingue rispetto ad altri esponenti contemporanei per una particolare ed interessante ricerca pittorica denominata DEEP DIT, abbreviazione di dittico profondo. Il dittico, come molti di voi sapranno, era utilizzato nell'antichità greco-romana ed era costituito da una coppia di tavolette riunite a libro e ricoperte di cera utilizzate per scrivere, invece nel Medioevo, pur mantenenedo la stessa struttura, veniva utilizzato per riporre figure di santi o persone raccomandate alle preghiere.

Nella concezione pittorica della Samaria, invece, il dittico è "simulato" nell'opera dalla compresenza della mera tela, ricoperta da colore primario, e da una superfice trasparente in polimetilmetacrilato, che aggiunge al tutto un senso di profondità. L'artista Monica Samaria vuole così rappresentare proprio quei due volti del contemporaneo, uno rivolto al passato – la tela – ed uno rivolto al futuro – il vetro acrilico. Ma ascoltiamo direttamente dalla stessa artista quanto ha da riferirci in merito alla sua recente attività artistica.


INTERVISTA A MONICA SAMARIA
a cura di Ivan Guidone / Giornalista e Sociologo


Monica, quando e perché ha iniziato a fare pittura?

La mia inclinazione all'Arte è sempre stata presente sin da piccola, ma non esiste un tempo predefinito oppure un vero e proprio motivo per cui ho iniziato a fare Pittura. La mia è sempre stata una innata vocazione ed una sentita esigenza animica.

Quali sono i suoi artisti preferiti?

Non ho degli artisti preferiti in particolare, ma tra quelli che fino ad oggi hanno evocato in me profonde riflessioni ed impressioni sono sicuramente Frida Kahlo, Amedeo Modigliani, Marc Chagall e Tamara de Lempicka.

E quali sono quelli che l'hanno ispirata ad intraprendere il percorso artistico?

Come ho accennato prima, in realtà ciò che mi ha ispirato a fare arte è nato dal Profondo, non da un modello esterno.

Quale è la mostra, collettiva o personale, che ricorda con particolare affetto?

Nel 2015 a Sant'Agata dei Goti, in provincia di Benevento, in occasione di una mostra collettiva. A quel tempo ero un artista in erba e quell'occasione fu per me fonte di profonde e contrastanti sensazioni.

La sua ricerca artistica è denominata DEEP DIT, ce la può descrivere brevemente?

L'idea nasce dal mio bisogno personale di trovare una nuova visione artistica che mi soddisfacesse a pieno, dove la tela ed il plexiglas "dialogano" e rappresentano la tradizione pittorica da un lato e l'innovazione dall'altra. Il plexiglas trasparente, in più, riesce a fornire alle mie opere una nuova dimensione che amplifica il concetto di spazio.

È soddisfatta delle sua attuale ricerca artistica?

Essendo una persona estremamente autocritica, io penso che ci sia sempre tanto da esplorare soprattutto nel contesto artistico. Credo che un artista non dovrebbe mai smettere di studiare, sperimentare, essere curioso.

Cosa è cambiato in Lei e nella sua Pittura dagli esordi fino ad oggi?

Nel corso degli anni credo di aver cambiato totalmente la mia forma mentis, cosa che mi ha portato di conseguenza ad abbandonare preconcetti, pregiudizi, visioni che limitavano profondamente la mia crescita artistica.

Come vede l'attuale scena artistica contemporanea?

L'arte contemporanea certamente è difficile da definire. Essendo caratterizzata da opere prodotte con tecniche e linguaggi interdipendenti crea spesso pareri discordanti e confusi. Non condivido il parere di chi inserisce l'arte contemporanea solo in un contesto privo di bellezza e significato, sicuramente c'è anche questo, ma a parer mio c'è tanto altro, come l'innovazione, lo stravolgimento di regole, la rivisitazione e il capovolgimento di idee necessarie a far sì che si possano aprire nuove visioni artistiche che altrimenti non avrebbero modo di esistere.

Ha trovato difficoltà a farne parte?

Assolutamente sì.

Ritiene utile per un artista avere un Sito Internet e fare uso dei Social?

Indubbiamente, i social sono mezzi che, se usati bene, possono dare parecchi benefici. Inoltre hanno il grande vantaggio di ridurre notevolmente tempi e distanze.

Che consigli darebbe ad un giovane che vuole intraprendere il percorso artistico?

Il consiglio che più mi preme dare ai giovani artisti è, come ho già accennato prima, quello di non avere pregiudizi e di essere aperti alla conoscenza e alla sperimentazione di qualsiasi forma d'arte. Una mente aperta e accogliente può, secondo il mio modesto parere, avere più opportunità di arrivare a concetti nuovi, provocatori ed innovativi.

Vuole dire qualcosa ai lettori di Arte & Società?

Non ho bisogno di dire nulla in particolare. La professionalità e l'accuratezza della rivista parlano da sé. Volevo pertanto approfittare per ringraziare la gentile redazione di Arte & Società.

Ivan Guidone

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Ultimo aggiornamento: 10/08/2022, 12:49