Capodimonte deve ritornare a dialogare con il Presente. L'opinione del giornalista Antonio Pianelli

26 Febbraio 2021 Redazione A&S 3928

NELLA FOTO: UNA IMMAGINE TRATTA DAL VIDEO DI ANDREA SANNINO GIRATO AL MUSEO DI CAPODIMONTE.

Impazzano le polemiche per il video di Andrea Sannino girato a Capodimonte tra i capolavori di Caravaggio e Tiziano. A giudicare severamente l’esibizione del giovane cantante partenopeo sono stati nomi autorevoli, quali: Ernesto Galli della Loggia (giornalista del Corriere della Sera), Tomaso Montanari (storico dell'arte), Mimmo Paladino (noto pittore e scultore) e Nicola Spinosa (storico dell'arte ed ex direttore di Capodimonte). Ma nel frattempo, incurante delle critiche, la canzone di Sannino procede spedita, scalando le classifiche italiane, accompagnata dal consenso di moltissimi utenti della rete.

Per comprendere meglio questo "caso", la nostra redazione ha trovato particolarmente interessante proporvi il punto di vista del giornalista professionista Antonio Pianelli, direttore della testata giornalistica I Fatti di Napoli (già precedentemente esposto in un altro articolo).

Napoli: Capodimonte, Sannino e Caravaggio

Più di centotrentamila persone sono "entrate" nel Museo nazionale di Capodimonte negli ultimi giorni attraverso la piattaforma YouTube, dove hanno potuto ammirare – probabilmente per la prima volta – la Flagellazione di Cristo, il capolavoro di Michelangelo Merisi realizzato tra il 1607 ed il 1608.

Sono entrati nella sala 78 del prestigioso museo partenopeo tramite il video di Voglia, l'ultimo brano del cantautore napoletano Andrea Sannino, girato – con tutte le autorizzazioni del caso – dal regista Luciano Filangieri e scritto con Luca Delgado al quale hanno collaborato artisti di fama internazionale quali i compositori Mauro Spenillo e Pippo Seno, il batterista Alfredo Golino (Mina, Renato Zero, De Gregori), il bassista Roberto D'Aquino (Alex Britti, Gigi D'Alessio, Edoardo Bennato) e il percussionista Michele Maione e Adriano Pennino (Michael Bolton, Giorgia, Lara Fabian, Franco Califano).

Un'operazione che valorizza gli spazi del Museo nazionale di Capodimonte, autentico fiore all’occhiello della città e simbolo della bellezza e della cultura della metropoli partenopea. Un video, che con il passar dei giorni, raggiungerà, come i precedenti dell'artista, oltre un milione di persone in Italia, in Europa e nel mondo. C'è solo da applaudire Andrea Sannino e Sylvain Bellenger, già direttore delle collezioni storiche dell’Art Institute di Chicago ed attuale direttore di Capodimonte, uno per dirla in breve che è riuscito a ridare a Capodimonte respiro internazionale facendolo tornare ad essere un Museo che dialoga con il Presente. Ed il Presente, come negarlo, è il Digitale.

Ed il francese di Valognes, specializzato in Storia dell’Arte alla prestigiosa École du Louvree della Sorbonne, lo ha capito benissimo tant'è che, in una recente intervista, ha affermato:

Dal museo cerco piuttosto l’opera d’arte, e la possibilità di ‘entrarvici’, anche attraverso l’immagine digitale e le informazioni ad essa relative. D’altra parte, la cosa peggiore accade quanto un museo intimidisce il visitatore, perché lo fa sentire incapace di ‘vedere’. Il digitale dovrebbe servire a dare un’opportunità anche al pubblico che non ha gli strumenti intellettuali o l’esperienza necessaria per vedere, e quindi emozionarsi. A volte è sufficiente offrire qualche chiave di lettura. Più in generale, direi quindi che la dimensione online di un museo funziona quando ti permette di andare oltre il museo stesso. Poi, più sei andato oltre, e più hai voglia di tornare al museo.

È questo il concetto che ha fatto intuire a Bellenger che autorizzare a girare il videoclip di Andrea Sannino – che raggiunge milioni di visite sulle piattaforme digitali e sui social (solo su Istagram quasi 200.000 follower e 338.594 su Facebook) – sarebbe stata, come lo è stata, una operazione più che vincente per Capodimonte. Tutte le polemiche sterili di questi giorni sono senza senso, lontane dalla realtà attuale ed appaiono esclusivamente come frenesie di persone con smania perenne di protagonismo. Alla soglia degli ottanta anni, bisognerebbe prendere alla lettera le parole di Padre Pio "è dolce riposare dopo aver compiuto il proprio dovere" e vivere sereni.

Antonio Pianelli

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Ultimo aggiornamento: 26/02/2021, 13:38