Alla ricerca della Maternità Primordiale: intervista alla valida artista Grazia Santarpia (articolo + foto)

21 Settembre 2021 Redazione A&S 4775

NELLA FOTO: LA PITTRICE E SCULTRICE GRAZIA SANTARPIA.

Nata nel 1983 a Pompei, in provincia di Napoli, città dove attualmente vive ed opera, Grazia Santarpia è una prolifera artista che si contraddistingue per combinazioni simbolico-visive raffinate ed intellettualmente stimolanti.

Da oltre un decennio, l'artista Grazia Santarpia opera proficuamente nel suo studio dove si districa tra la Pittura, il Design e la Scultura. Conosciamola meglio attraverso questa intervista testuale inedita che ci guida all’interno del “cerchio” di Grazia Santarpia, attraverso le forme, i colori e le simbologie arcaiche che questa brava artista traccia alla ricerca della Maternità Primordiale.


INTERVISTA A GRAZIA SANTARPIA
a cura del sociologo e giornalista Ivan Guidone


Quando ha iniziato a fare arte?

Ho iniziato a fare pittura fin dai tempi dell’adolescenza, fin da quando frequentavo l’allora Istituto d’Arte, lì è avvenuto il mio primo approccio con le tele ed i pennelli. Ho poi proseguito laureandomi allAccademia di Belle Arti di Napoli e tutt’ora sono in formazione come Designer e Color Consultant presso l’IACC Italia, l'associazione italiana dei progettisti/consulenti del colore.

Quali sono i suoi artisti preferiti?

I miei artisti preferiti potrei riepilogarli in: Yves Klein, Marck Rohtko, W. Kandinskji, A. Kapoor, A. Calder, J. Hitten, R. Serra, J. Kounellis, Y. Kusama e D. Flavin. Nel panorama italiano, invece, amo tantissimo artisti come Lucio Fontana, Paladino, Munari, Luzzati, F. Summa, M. Merz, C. Accardi.

E quali sono quelli che hanno ispirato la sua carriera artistica?

Gli artisti che hanno ispirato la mia carriera artistica sono quelli già citati e dai quali ho appreso – e apprendo tutt’ora – l’importanza fondamentale dello scoprire prima ed il seguirne poi il proprio linguaggio artistico. Dalle opere di Y. Kusama imparo a lasciar fluire i flussi creativi più profondi, quelli che portano in visioni “altre” attraverso il mondo fenomenico conosciuto. Dalle opere di Paladino apprendo l’arte di “specchiarsi” nell’arcaicità della psiche dove filtrare i simboli che parlano alla collettività dal profondo. Da Klein, Kapoor, Flavin, Fontana mi arriva l’eco dell’importanza Sacra del colore puro. Calder, Kandinskji e Flavin sono per me Maestri Guida della dimensione del Suono/Vibrazione e della valenza eterica seppur materica della Luce-Colore.

Cosa l’ha ispirata ultimamente?

Mi ha ispirata molto la gravidanza della mia secondogenita Margaret, nata lo scorso 22 Giugno 2021. L'idea del feto della bambina che si formava nel mio utero mi ha spinto ad equiparare quest'ultimo ad una sorta di Vas Hermetis alchemico: la materia primordiale, lo spazio, il Vuoto nell’accezione Orientale del termine e che ha al potenziale una propria Via da percorrere, una propria Persona da vivere.

La Maternità come Ispirazione? Può parlarcene meglio?

La bambina dentro di me è stata alimentata dal mio battito, dal mio sangue a sua volta alimentato dal mio respiro, dal Prana, dalle mie emozioni, pensieri. Lo scambio è vicendevole in quanto io (Mater) sono invece alimentata dalla sua presenza, in divenire per entrambe. Dunque la mia psiche diviene in un interscambio emozionale probabilmente inconscio ma i cui effetti emergono chiaramente nei bozzetti e nei progetti per i miei attuali e futuri lavori.

Nella sua pittura e scultura è molto frequente il Cerchio: cosa vuole rappresentare?

Il Cerchio è un elemento fondamentale della mia pittura, esso rappresenta per me al contempo il Dentro ed il Fuori, il Vuoto ed il Non Vuoto, l’Ensō della cultura Nipponica, il Tempo ciclico ed eterno, il Principio e la Fine, l’Alfa e l’Omega, il Principio femminile materno. Concetti alla base della Vita organica ed inorganica. La Forma assunta dal propagarsi delle onde sonore.

Cosa dunque è cambiato in lei (e nella sua pittura) dagli esordi fino ad oggi?

Se guardassi la mia pittura dagli esordi fino ad oggi direi che ciò che è cambiato è il vedere. Agli esordi questo era rivolto all’esterno, al mondo tangibile, mi premeva riuscire a trovare dei modelli esterni con i quali in qualche modo relazionarmi per esorcizzare una sorta di incertezza. Oggi, non so bene quando sia accaduto esattamente, il mio vedere è rivolto all’interno del “cerchio” nella zona d’Ombra inesplorata, quella che consciamente viene taciuta. E ciò che emerge è per me solo una immensa Contemplazione del Divino scrutabile nelle pieghe del quotidiano.

Come vede l’attuale scena dell’arte contemporanea?

La Vedo divisa in due filoni principali. Da un lato la spettacolarizzazione dell’arte nutrita dal bisogno di novità, stupore e meraviglia. L’altro filone quello degli Artisti che perseguono una Via spirituale e/o comunque di conoscenza e cultura trasmettendo attraverso le loro Opere dei Valori Eterni ed immutabili. Talvolta essi coincidono, altre volte viaggiano su binari diametralmente opposti.

Quale è la mostra che ricorda con maggiore affetto?

La Mostra che ricordo con maggior affetto è più che altro una collezione, mi riferisco alla collezione permanente sita presso il Museo Madre di Napoli. Quando frequentavo l’Accademia di Belle Arti di Napoli ero solita farvi visita un giorno si e l’altro anche. Instancabilmente. Ho visto e rivisto le stesse opere decine di volte vedendovi ogni volta delle cose differenti, ascendendo ogni volta un gradino diverso nella meraviglia dell’Arte.

Come si vede tra dieci anni?

Tra dieci anni mi vedo a progettare sculture monumentali da inserire in contesti urbani dove possano trasmettere o ri-trasmettere delle informazioni provenienti dal luogo. Mi riferisco a degli studi che sto compiendo in questo senso affinché le sculture possano fungere da amplificatori d’ambiente luce/colore/suono/segno. Per ri-trasmettere al fruitore attento qualcosa che è già dentro sé stesso.

Usa molto i social? Sono utili per una artista?

Utilizzo i Social con un pizzico di difficoltà in quanto sono per natura molto riservata ma mi affascina avere la possibilità di interagire con il mondo dell’arte nell’immediatezza data dallo strumento.

Che consigli darebbe ad un giovane che vuole intraprendere il percorso

Ad un giovane che vuol intraprendere il percorso artistico gli consiglierei di ascoltarsi molto anzi moltissimo e di passare al setaccio artistico tutto ciò che capita nella Vita, nei pensieri, nelle esperienze senza rinnegare quelle che più o meno gradiamo ma osservando con occhio imparziale.

Vuole dire qualcosa ai nostri lettori?

Mi piacerebbe dire ai lettori di questa meravigliosa rivista che l’Arte contemporanea è qualcosa che sta accadendo qui e ora.

Ivan Guidone

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Ultimo aggiornamento: 09/02/2022, 04:16