Monica Samaria / Critica

8 Agosto 2022 Redazione A&S 274

NELLA FOTO: SAMARIA CRITICA.

TESTO CRITICO #1
(di Maurizio Vitiello, Aprile 2022)

La giovane artista Monica Samaria attua un'operazione nell'alveo del codice linguistico astratto con la tensione di materiali evidenti. "DEEP DIT" è una brillante idea che nasce dall'esigenza di promuovere una nuova pista visiva. Il concetto su cui si basa parte proprio dal "DIT" ossia "Dittico", coppia di tavole costituite da due elementi, la tela e il plexiglas, che combinano, complessivamente, radice tradizionale e innovazione tecnologica in un rapporto diadico stretto, quindi, tradizione e innovazione si legano in un'offerta di sigla unica per una "cifra artistica" consistente. Al concetto del "DIT" si affianca quello del "DEEP", che sta ad indicare l'idea della "Profondità". Idea, questa, già considerata nello "Spazialismo". Lucio Fontana torna a Buenos Aires nel 1940, dove frequenta i gruppi d'avanguardia e partecipa alla stesura del "Manifesto Bianco" (1946) che segna la nascita dello "Spazialismo". Attraverso il taglio su tela quest'artista è riuscito ad aggiungere alla costruita bidimensionalita, composta dalla tela e dal telaio, la terza dimensione, quella della "Profondità". In "DEEP DIT" il concetto di "Profondità" viene riproposto nel ritaglio sagomato dell'elemento plexiglas, che con la sua trasparenza induce lo sguardo alla visione innovativa di una sostenuta sequenza spaziale. In un gioco di attenzioni si percepiscono periferie della lontananza e/o riverberi di una spazialità retroflessa. Nella consapevolezza d'azione c'è la tessera della comprensione dell'arte contemporanea. In un gioco di dimensioni, che si mettono in discussione colloquiale, si percepiscono superfici, spessori e tagli, che prospettano frangenti di un divenire proiettato in uno sconfinamento che possiamo, solo in parte, metabolizzare e introiettare e perciò persistente nel mistero dell'altrove. L'incontro di due qualità espressive. In termini alti e forti, segnala una sensibilità acuta. Le disposizioni cromatiche su tela e la straordinarietà della materia trasparente esaltano un "corpus" di valori. Vien fuori, vedendo i suoi ultimi lavori, una misura calibrata per ricerca rigorosa, centrata su matrici astratte e confortata da declinazioni puntuali. Ogni opera è sintesi di un ripercorrere l'arte contemporanea nelle sue versatilità congruenti e i risultati manifestano un insieme di adesioni al meglio. Le campiture cromatiche omogenee e le riquadrature intraspeculari rideterminano ripartenze di onde emotive e di atmosfere psicologiche. Il suo serio lavoro la classificano tra le brave operatrici e un miglior giro di attenzione critica migliorerebbe la sua conoscenza nel panorama visivo. Le controllate stesure ricalcano una creatività surgiva, motivata e intelligente alla perenne ricerca del nuovo.