Oltre i confini di un’esteticità normalizzata: intervista al maestro Calogero Barba

24 Maggio 2022 Redazione A&S 4080

NELLA FOTO: OLTRE I CONFINI DI UNESTETICITA NORMALIZZATA INTERVISTA AL MAESTRO CALOGERO BARBA.

Attivo sulla scena artistica sin dagli anni Settanta, l’artista nisseno Calogero Barba opera creativamente nel suo studio dove si districa tra la Pittura e la Scultura.

Nato nel 1958 a Mussomeli (Caltanissetta), il maestro Calogero Barba si forma all’Istituto Statale d'Arte “Filippo Juvara” di San Cataldo (CL) e, successivamente, all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Conosciamo meglio questo valido artista attraverso questa intervista inedita che ci guiderà all’interno della sua singolare ricerca visiva.


INTERVISTA A CALOGERO BARBA
a cura del sociologo e giornalista Ivan Guidone


Quando e, soprattutto, perché ha iniziato a fare pittura?

Ho iniziato a disegnare da bambino per naturale predisposizione e attitudine, e successivamente a dipingere su tela con i primi approcci verso i dieci anni. In questo ho avuto l’appoggio e il sostegno di mia madre che assecondava la mia inclinazione verso l’arte. Durante gli studi all’Istituto Statale d’Arte “Juvara” nella seconda metà degli anni Settanta, nel clima delle lotte studentesche, ho portato avanti una pittura dal forte impegno di denuncia sociale, caratterizzata da dipinti di grandi dimensioni.

Quali sono i suoi artisti preferiti? E quali quelli che l’hanno ispirata?

Difficile scegliere gli artisti tra pittori e scultori, perché sono tantissimi, ognuno con la propria peculiarità espressive. Agli inizi dei miei studi artistici ho apprezzato tantissimo il rinascimento e il manierismo, ma con il prosieguo degli studi ho capito che l’arte appartiene al proprio tempo e che ogni periodo artistico manifesta grandi figure che hanno lasciato tracce indelebili nell’arte del passato e in quella contemporanea. Come tutti i giovani artisti, nel mio percorso formativo all’Accademia di Belle Arti di Palermo, oltre ai docenti, tra pittura e scultura ho avuto diversi maestri ideali che nel tempo sono stati elaborati e assimilati per quello che potevano servirmi per crescere culturalmente e artisticamente. Ho guardato con interesse agli artisti dadaisti del Novecento come Kurt Schwitters, Marcel Duchamp, ai Poveristi, ai concettuali e all’arte totale contaminata dalle nuove tecnologie.

Quale è la mostra – collettiva o personale – che ricorda con particolare affetto?

Nella mia lunga attività artistica ho partecipato a diverse mostre collettive nazionali e internazionali di un certo interesse, ma quella che ricordo con maggiore intensità e affetto è quella tenutasi a Marsiglia (Francia) presso il Centre International d’Art Visuel Cargo in occasione della 5ª Biennale Internazional d’art de groupe “Da una riva all’Altra”; in quella occasione invitato come artista sono stato ospite a Marsiglia per diversi giorni. Al Centro Cargo in uno spazio assegnatomi dai curatori dell’evento ho progettato e realizzato con scope di saggina, uova, pigmento e acquerelli / scritture su carta, una installazione site-specific dal titolo “Sacello Sicano”, opera che mi ha dato occasione di confronto diretto con il lavoro di molti artisti internazionali presenti alla manifestazione.

Lei si è occupato di Arte Antropologica Contemporanea: ce ne vuole parlare?

L’Arte Antropologica Contemporanea ha iniziato il suo percorso a partire dagli anni Settanta, con lo studio dell’antropologia culturale, assegnando una particolare attenzione ai prodotti generati della cultura materiale del proprio territorio o di altri lontani territori, che diventano oggetto di investigazione e manipolazione da parte dell’artista. I primi basilari contribuiti teorici destinati all’Arte Antropologica in Italia, si devono ai critici Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti ed Enrico Pedrini. Tra i maggiori operatori e protagonisti dell’Arte Antropologica italiana si ricordano gli artisti Claudio Costa, Antonio Paradiso e Francesco Carbone, teorico del gruppo siciliano. In ambito “antropologico” la mia ricerca estetica è iniziata nel 1979 a seguito di un rilievo grafico nel sito delle Grotte dell’Addaura sul monte Pellegrino di Palermo e sul quale ho avviato uno studio che è sfociato in una elaborazione artistica antropologica. A tutt’oggi continuo su questo versante che consiste in un recupero oggettuale di alcuni manufatti come i “Circhi” oggetti di uso quotidiano della civiltà contadina appartenenti all’area sicana che vengono da me recuperati e organizzati secondo un progetto di straniamento, come in alcuni casi installati in forme circolari dipinti a colori che ricordano antiche civiltà del passato. Quindi l’oggetto o etnoreperto diventa un archetipo atemporale della memoria del passato che rivive nella reinvenzione del presente a volte rafforzato con elementi di libera scrittura materica.

La sue opere sono caratterizzate da elementi pittorici, materiali eterogenei e bassorilievi. Che cosa vogliono dire allo spettatore?

Il mio dialogo tra pittura e scultura è storia antica, l’uso dei materiali e dei colori applicati ai manufatti / artefatti fungono da attrattori e questa commistione diventa essenziale per la trasformazione estetica dell’opera. Ricercare l’equilibrio con gli oggetti, con la scrittura e con i colori, quindi provocare attrazione e/o irritazione andando oltre le regole iniziali del gioco, oltrepassando i confini di un’esteticità normalizzata è il mio modo di comunicare liberi valori espressivi.

Che cosa è cambiato in lei, e nella sua pittura, dagli esordi ad oggi?

Dalla pittura iniziale degli anni Settanta dal forte carattere di denuncia sociale con la rappresentazione figurativa vicino al “Fantastico”, il cambiamento nel tempo è stata la naturale evoluzione della mano e della mente. Certamente per me sono state determinanti oltre le letture, gli incontri, le frequentazioni delle gallerie d’arte, le relazioni personali con alcune figure di intellettuali del mondo dell’arte italiana.

Come vede l’attuale scena artistica contemporanea?

L’arte contemporanea del terzo millennio è in continua e velocissima evoluzione dovuta anche alle nuove tecnologie applicate all’arte, dove tutto il prodotto estetico viene superato dalla corsa mediatica di una super ebollizione mirata al guadagno dei costruttori del sistema dell’arte. Pensando a questo periodo storico dalla forte crisi mondiale dovuta alle varie situazioni sopraggiunte in corso d’opera con il COVID-19 e la guerra in Europa, il sistema dell’arte odierno ha subito un vero proprio crollo della piramide, schiacciato dalla mancanza di prospettiva e dai tagli programmatici delle illusionistiche esposizioni nei Musei d’Arte Contemporanea di alcuni artisti da promuovere. Spero nel ritorno dell’artista nel ruolo culturale di protagonista e interprete, in una scena artistica attuale che supera e ricontestualizza concettualmente le dinamiche artistiche proposte da alcuni occasionali mercenari produttori della cultura dei profitti.

Ha trovato difficoltà a farne parte?

Sinceramente non mi sono mai posto il problema di essere dentro la scena artistica perché prima di tutto ho pensato ad avere un ricercato prodotto artistico soddisfacente per me stesso. Devo dire che la mia attività di artista ed operatore culturale del mondo dell’arte che vive in una grande regione come la Sicilia, luogo geograficamente distante dai grossi centri metropolitani propulsori della “cultura”, non è stata facile. Nel tempo il viaggiare e le relazioni personali mi hanno dato occasione di esserci.

Ritiene utile per un artista avere un Sito e fare uso dei Social?

Oggi nell’era della comunicazione elettronica per un’artista è d’importanza vitale avere visibilità nel web e fare un buon uso dei mezzi che la tecnologia offre a tutte le professioni.

Che consigli darebbe ad un giovane che vuole intraprendere il percorso artistico?

Di studiare con impegno senza avere fretta di raggiungere la notorietà, avere una forte preparazione artistico / culturale, informarsi, leggere le riviste internazionali d’arte e frequentare più possibile i luoghi dove si tengono gli eventi artistici. Tra questi i Musei d’Arte Moderna e Contemporanea, le Fiere d’Arte, le Gallerie d’Arte e Centri Culturali. Inoltre visitare i grandi eventi internazionali come la Biennale Internazionale di Venezia, la Documenta di Kassel, l’Art Basel e la Manifesta. Seguire attraverso il web le attività del mondo dell’arte per avere il termometro dei fatti e capirne le direzioni del presente.

Vuole dire qualcosa ai lettori di Arte&Società?

Consiglio ai lettori della rivista di seguire con attenzione le varie e diversificate proposte artistiche / culturali presentate dalla redazione che convoglia la varietà dell’arte contemporanea del momento.

Ivan Guidone

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Ultimo aggiornamento: 24/05/2022, 07:00