Antonio Menotti Pugliese / Note critiche

2 Aprile 2021 Redazione A&S 484

NOTA CRITICA #1
(a cura di Leo Strozzieri)

Testimonianza critica per Antonio Pugliese
Una ricerca artistica, quella di Antonio Pugliese, portata avanti sempre con estremo rigore logico, anche quando, libero da vincoli materiali, si lascia andare a declinazioni informali con rischiose aperture espressionistiche e gestuali di forte impatto emotivo e visivo. La pittura di Antonio Pugliese è, a mio avviso, frutto di interazione tra progettualità, la cui fonte primaria di riferimento è l’arte classica, e modernità, intesa come energia ed ampiezza di elementi linguistici i più disparati.
Indubbiamente l’aniconismo dell’artista avellinese ha un’anamnesi informale e pertanto assai significativo, per lui l’aspetto materico, segnico ed energetico; però non di rado affiorano suadenti brani di figurazione. Questi lacerti figurativi esprimono in radice la disposizione dell’autore verso quei valori formali oggi assai spesso disattesi da tanti suoi colleghi d’avventura. Ciò nonostante, la coniugazione linguistica di Pugliese rimane estremamente legata alle Neoavanguardie, ma non tanto per alcuni stilemi, ben riconoscibili nelle sue opere, quanto piuttosto per la filosofia di fondo che efficacemente e radicitus si fa sempre più consistente, soprattutto nella produzione più recente, e che egli ha così sintetizzato: “Nulla è costante tranne il mutamento”. Il greco panta rei diventa a livello pittorico strumento per interpretare in modo sempre cangiante supporti, materiali, colori ed immagini; ecco, la pittura di Pugliese è una pittura rivoluzionaria in questo senso, poiché lungi dall’essere chiassosa e dispersiva secondo i canoni mass-mediali contemporanei, è raccolta, medioevale, quasi sanfrancescana. L’esercizio del segno, del colore, della forma si riempie in clima di autentica spiritualità, troppo spesso clandestina in tanti artisti delle ultime generazioni. Dunque un pittore di talento Pugliese, che ha saputo coniugare passato e modernità, e parimenti disponibile a quell’umanesimo integrale senza cui l’opera d’arte non potrà mai ricevere nutrimento dell’animo.