CopertinaContributi e SegnalazioniQuando l'Arte e la Musica vanno a braccetto: i 291out, suggestioni avanguardistiche in salsa jazz-funk
23 Novembre 2020 Redazione A&S 3961
Attratti dalle avanguardie, dal Dadaismo, dalle tecniche di sperimentazione dei gruppi artistici di quel fertile periodo che fu l'inizio del '900, i 291out – formazione jazz-funk partenopea – si è ispirata proprio a quel "mischiare i generi e le arti" degli avanguardisti. I 291out, infatti, "rubano" il nome ad una rivista dadaista pubblicata a New York tra il 1915 ed il 1916 da Alfred Steiglitz e Francis Picabia che nell'edificio 291 della 5th Avenue aprirono anche una 'galleria' frequentata da tantissimi artisti, fotografi e poeti. Picasso, Savinio, Apollinaire e Braque scrissero sulle pagine della rivista 291, che raccolse disegni e schizzi di questi importanti protagonisti.
Lo spirito di questa rivista è dunque calato nella sperimentazione e nello studio musicale dei 291out, insieme all'ascolto dei vari generi musicali, al desiderio di apprendere oltre pentagramma, il senso e i significati di una comunicazione che vuole "dare voce a più voci" della creatività. Questo è il metodo che contraddistingue i 291out ed il loro ultimo 45 giri intitolato Wellington, edito da Terrasolare.
Un omaggio – sin dal suo titolo – ad Arthur Wellesley, Duca di Wellington, ed al suo famoso filetto di manzo in crosta, un vero capolavoro di 'fusione'. Come nel guscio di pasta i diversi ingredienti – cucinati tra loro e posti al suo interno – si rivelano solo al taglio della sfoglia, così la composizione musicale si svela nel suo incidere irregolare dopo un incipit che prelude alla ciclicità ritmica. Wellington è un progetto discografico ideato da Lorenzo Bandiera, deejay e produttore musicale che vive a Londra.
Della genesi dei 291out ce ne parla il batterista della formazione, Antonio 'Totemio' Bocchino:
Abbiamo cominciato a suonare insieme, io, Luca e Vincenzo – ci racconta Antonio – ai tempi del liceo ‘Genovesi’ di Napoli. Erano gli anni ’90, anni del ritorno dei grandi ideali, delle prime occupazioni autogestite. Da allora il gruppo non ha avuto un format stabile e nell’arco di un ventennio ha accolto sempre nuovi elementi, coinvolgendo le più svariate figure del settore: musicisti, produttori, disk jockey e registi. Si è ricomposto varie volte ma l'input, l'ispirazione iniziale, ovvero la ricerca di un ‘linguaggio di fusione’ che possa far coesistere vari generi musicali – dal jazz al funk, dal rock alle soundtrack – rimane il punto fermo su cui ruota il sound della band, anche quando il pentagramma si fa elettronico.
Abbiamo poi sempre chiesto al batterista dei 291out da chi è composto il loro pubblico:
Appassionati; i vinili girano in Europa ma arrivano anche in altre parti del mondo, sono distribuiti in Inghilterra come in Giappone e negli Stati Uniti. È un pubblico – ci spiega Antonio – che abbraccia un'età compresa fra i 30 e i 60 anni. Gli spettacoli dal vivo ci permettono allo stesso tempo di arrivare a coloro che non acquistano musica in vinile e di farci conoscere anche in contesti per noi inconsueti: l'anno scorso, per esempio, in collaborazione con l'associazione culturale Exotique, abbiamo avuto l'opportunità di suonare all'interno dell'Ara Pacis in occasione della Notte dei Musei di Roma, portando in scena ‘Escape from the Arkana Galaxy’, spettacolo multimediale a tema sci-fi.
Rita Felerico
L'esordio discografico dei 291out è con Acido Records nel 2013 con il brano Urania (Titoli di Coda), incluso nel primo volume della serie Soundtracks For No Film; brano ripreso tre anni dopo con l’EP Ritorno ad Urania su Fly By Night Music, disco prodotto da Riccardo ‘Riccio’ Zanaroli in collaborazione con Lorenzo Bandiera. Crescono negli anni le collaborazioni con una serie di etichette, tra le quali Really Swing ed Early Sounds Recordings (per cui firmeranno, insieme al produttore Luca ‘Bop’ Affattato, L’Alba dei Vinti con la partecipazione di Lubjan e Gianluca Morelli alle voci). Il 2018 è dedicato alla musica elettronica e alle sperimentazioni: si dà vita al progetto parallelo 291outer space con l’LP Escape from the Arkana Galaxy per l’etichetta discografica New Interplanetary Melodies di Simona Faraone). L’anno successivo, la band si mette in gioco per la prima volta con una composizione non originale, rivisitando il brano Habbanera di James Senese, prodotto nuovamente da Riccardo ‘Riccio’ Zanaroli per Fly by Night Music. Lo scorso periodo di lockdown lo hanno dedicato (e continuano a farlo anche oggi) alla programmazione e registrazione di nuovi progetti musicali ed al ritorno sul palco per nuovi e dinamici live concept. Il gruppo, sempre pronto ad accogliere nuove proposte di ricerca, è stabilmente composto da quattro elementi che, fedeli alla primaria intuizione, continuano a percorrere la strada di una libera e caleidoscopica ricerca. La musica, quella ‘vissuta’ con passione – come linguaggio di espressione e comunicazione – molto spesso anticipa obiettivi a cui il pensiero, la società civile ed il fermento politico tendono e la storia di questo gruppo lo racconta.
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Ultimo aggiornamento: 24/11/2020, 07:43