Tokyo Opera City: il rapporto tra Corpo e Luogo dell'artista Antony Gormley, nota critica dal corrispondente nipponico Angelo Andriuolo

10 Agosto 2020 Redazione A&S 2653

NELLA FOTO: TOKYO – OPERA – CITY – TOWER – ANTONY – GORMLEY.

Direttamente da Tokyo, in anteprima, un articolo sull'opera site specific Two Times II dello scultore britannico Antony Gormley, a firma di Angelo Andriuolo, valido addetto ai lavori da anni residente in Giappone, con il quale abbiamo attivato, grazie al nostro sociologo e critico d'arte Maurizio Vitiello, una linea diretta di corrispondenza.


“Two Times II” di Gormley: il nuovo significato della figura umana


La Tokyo Opera City Tower è, con i suoi cinquantaquattro piani per duecentotrentaquattro metri, uno dei grattacieli più alti di tutta la capitale del Giappone. Situato ad Hatstudai, nel quartiere speciale di Shinjuku, la "torre" ospita alcune sale da concerto, una galleria d'arte, un museo d'arte multimediale (il NTT InterCommunication Centre), molti ristoranti e negozi ai piani bassi.

Essa è adiacente al New National Theatre con cui forma l'aggregato conosciuto come Tokyo Opera City. Qui, in questo complesso, trovano collocazione molte opere d'arte realizzate da importanti artisti di rilievo internazionale: tra queste, una delle più affascinanti ed "indicizzanti" (indexicality) è sicuramente Two Times II, opera realizzata nel 1995 dal grande scultore britannico Sir Antony Mark David Gormley.

Trattasi di un'opera duplice, consistente in una statua a grandezza naturale posizionata al piano inferiore al centro di una sala rilucente di marmi, in perfetto parallelismo con la sua "gemella" situata invece alla fine di un lungo corridoio. La prima parte di Two Times è situata, sempre in Giappone, al Museum of Modern Art di Hayama nel 2012.

Nel 2019, Gormley, con una mostra site specific senza precedenti dal titolo "Sight", ha "ripopolato" l'isola di Delos con i suoi ventinove bodyforms in ferro, dando alla figura umana un nuovo significato nella Scultura. Prendendo le proporzioni del proprio corpo come punto di partenza, Antony Gormley lo tratta non come oggetto, ma piuttosto come un vero e proprio luogo, una traccia di un evento reale di un corpo reale nel tempo, una condizione comune a tutti gli esseri umani.

Angelo Andriuolo

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Ultimo aggiornamento: 11/08/2023, 09:36